sabato 14 novembre 2015

UN ATTO DI GUERRA DELL'ISIS ( O DI DEBOLEZZA PER PRIME SCONFITTE )?



Attentati a Parigi 13 novembre 2015: almeno 128 morti. 
Cinque attentati in serie, inferno nella capitale francese. Kamikaze allo stadio, carneficina in un locale notturno. Raffiche di mitra sulle terrazze di svariati bar e ristoranti. Un attacco su vasta scala rivendicato dallo Stato Islamico, ma i nostri valori laici vinceranno su chi disprezza la vita propria e quella degli altri.
No all'estremismo religioso, no al fondamentalismo. 



Riporto qui una parte di  articolo apparso sul settimanale "TEMPI" ( quotidiano online di cronaca) dal titolo significativo: " Noi amiamo la vita più di quanto loro amino la morte":

L’orrore di questa notte a Parigi dice del fondo di violenza nichilista cui può giungere il travisamento fanatico della religione. Gli islamisti che sparavano sulla folla inerme hanno attaccato dei luoghi simbolo, hanno attaccato la nostra vita quotidiana, vogliono farci vivere nel terrore mentre prendiamo un caffè al bar o mentre andiamo a fare la spesa. Di fronte ai giovani corpi trucidati del teatro Bataclan non possono non tornare in mente le parole di Osama bin Laden: noi vinceremo perché noi amiamo la morte più di quanto loro amino la vita.
Ebbene, tutta la nostra storia, tutta l’esperienza di continua rinascita di cui l’Europa è stata protagonista anche nell’ultimo terribile secolo dopo la carneficina di due guerre mondiali, padre Kolbe ad Auschwitz e il ritorno alla libertà di interi popoli dopo settant’anni di oppressione e di morte civile, tutto questo testimonia di fronte al mondo che la vera vittoria è quella della vita.
Allora noi non fuggiremo di fronte alla minaccia del terrore solo se riprenderemo coscienza viva di questo nostro grande tesoro che nessun terrorista assassino può strapparci dal cuore.
Non fuggire vuol dire affrontarli con fermezza, con coraggio, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, compresa la forza di chi vuole difendere ciò che ha di più caro, ma senza cadere nella loro logica di odio, perché la nostra storia, la nostra ragione ci dicono che l’ideale non è l’homo homini lupus ma una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignità per ogni popolo, cultura e religione.........


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