domenica 30 marzo 2014

COME SI PRODUCONO GLI OGM

Per ottenere alimenti geneticamente modificati i biotecnologi identificano, in cellule donatrici, il materiale genetico che vorrebbero trasferire. Lo tagliano in punti precisi con speciali "forbici" (enzimi di restrizione). Poi, con una colla biologica (enzimi ligasi), lo riattaccano nel patrimonio ereditario di cellule appartenenti ad altri organismi, anche molto diversi rispetto a quelli di partenza. Oppure lo affidano ad un "organismo-taxi" (vettore molecolare, in genere un plasmidio inserito nel DNA di  un batterio ) che provvederà a trasferirlo al posto giusto nel DNA di un nuovo essere vivente.


Questo sistema però non funziona con alcuni cereali, per cui è stato messo a punto un metodo alternativo, il "cannone a DNA", con cui la pianta viene mitragliata con sferette di oro o tungsteno del diametro di 1 o 2 millesimi di millimetro, ricoperte dei segmenti di DNA che si vogliono combinare con quello della pianta. Una buona percentuale (1 su 10.000) riesce a superare la parete protettiva della cellula e dalle cellule modificate si rigenererà l'intero organismo. 
Occorre però saper riconoscere le cellule in cui il trapianto è riuscito: per questo si utilizzano dei geni "marcatori", in grado cioè di evidenziare con una qualche caratteristica (ad esempio la resistenza agli antibiotici) la riuscita del trapianto.
Il nuovo individuo, geneticamente modificato, viene detto transgenico.
Le finalità principali sono di ottenere esemplari “migliori”. Nel caso delle piante per esempio un prodotto transgenico può:
  • essere più resistente ed evitare l’uso di pesticidi
  • essere meno soggetto a inquinanti (come le aflatossine cancerogene per l’uomo)
  • avere un indice di produttività migliore
  • avere caratteristiche nutrizionali migliori (per esempio maggiore ricchezza di vitamine o minore contenuto di sostanze poco interessanti o addirittura nocive).
mais Bt con gene di Bacillus Thuringiensis per produrre proteina contro parassiti 

(2). continua

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