sabato 15 febbraio 2014

450 ANNI CON GALILEO GALILEI

Oggi, 15 febbraio 2014, si celebra l’anniversario della nascita del padre della scienza moderna, Galileo Galilei, il quale elaborò il metodo scientifico della verifica e della formulazione delle leggi. Galileo nacque a Pisa 450 anni fa, e, nonostante i secoli trascorsi, viene ricordato come il più grande pensatore di tutti i tempi. Egli lavorò come insegnante universitario, ma non riuscì a diffondere le sue idee in ambito universitario, dominato dall’aristotelismo. Il momento più importante della sua vita sono riconducibili al 1610, anno nel quale pubblicò l’opera “Sidereus Nuncius”, con la quale cominciò a diffondere le scoperte che aveva fatto con il cannocchiale, da lui modificato; e il 1616 quando subì la prima ammonizione dal Cardinale Bellarmino, che gli proibì di diffondere e insegnare le teorie del Copernicanesimo. Galileo in realtà non voleva andare contro la Chiesa , ma credeva che la Bibbia e la natura fossero entrambe state create da Dio e perciò non si potevano contraddire; la prima non doveva essere interpretata letteralmente, in quanto era  valida in senso spirituale ed essendo antico come libro, era ovvio che le nuove scoperte non risultassero concordi con il pensiero passato e quindi era la Bibbia che doveva adattarsi alla scienza. Egli con il cannocchiale modificato eseguì scoperte astronomiche, che verificarono empiricamente il Copernicanesimo, basato sulla visione di un universo eliocentrico, ma non infinito, che aveva il Sole al centro, i pianeti ruotanti attorno, e la Terra, che oltre a girare su se stessa, era circondata dal moto della Luna. Galileo dimostrò la diversità di struttura presente tra cielo e Terra, la centralità del Sole e il moto dei pianeti attorno ad esso, le macchie lunari, dovute alla formazione di avvallamenti e crateri, la presenza dei satelliti di Giove, chiamati pianeti Medicei in onore della famiglia Medici che lo aveva ospitato, le macchie solari e le fasi di Venere. Per quanto riguarda il suo metodo, troviamo accenni ad esso all’interno della lettera che scrisse a Cristina di Lorena, consorte del granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, dove sono presenti espressioni fondamentali per capire come l’induzione e la deduzione fossero per lui complementari, poiché egli sosteneva che bisognava servirsi di sensate esperienze, cioè fatte con i sensi, in particolare egli privilegiava la vista (induzione) e di necessarie dimostrazioni, cioè il momento razionale (deduzione). Il suo metodo è composto da due momenti: uno analitico, che consiste nell’osservazione del fenomeno, nella misurazione matematica dei dati e nella formulazione dell’ipotesi e uno sintetico, dove si effettua la verifica o l’esperimento e la formulazione della legge. 
Per le sue teorie considerate completamente contraddittorie rispetto alle Sacre Scritture, il testo "De Revolutionibus Orbium Coelestium" di Copernico viene messo all'indice. 
Il "Saggiatore" è un capolavoro polemico in cui pur partendo da posizioni erronee, Galileo critica  il principio di autorità ed  enuncia i principi del metodo matematico-sperimentale, grazie al quale la scienza è in grado di conoscere la natura reale del mondo: “la filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non si impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica ..
Nell'aprile del 1630, Galileo termina di scrivere il "Dialogo sui due massimi sistemi del mondo", nel quale le teorie copernicana e tolemaica vengono messe a confronto; in seguito concorda con il Vaticano alcune modifiche per poter far stampare l'opera, ma decide poi di farla stampare a Firenze, nel 1632. 
Papa Urbano VIII, esaminato il "Dialogo", ne proibisce la distribuzione e fa istituire dall'Inquisizione un processo contro Galileo. Lo scienziato, già anziano e malato, viene chiamato a Roma nel 1633, dove viene processato e gli viene richiesto di abbandonare la teoria copernicana. Imprigionato e minacciato di tortura, Galileo viene costretto ad abiurare pubblicamente e viene condannato alla prigione a vita, ma poi gli viene concesso di scontare la pena nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze. 
Nel luglio dello stesso anno, comincia a scrivere il "Discorso intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali". 
Muore, malato e ormai cieco, l'8 gennaio 1642, nella casa di Arcetri. 



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